Bici Davvero! Due ruote per essere libere

Bici Davvero! Due ruote per essere libere

Mostre in pillole - Fmav InsideOut

Bici davvero! #3 Due ruote per essere libere - Viaggio alla scoperta di "Bici Davvero! Velocipedi, figurine e altre storie" con Francesca Fontana,  curatrice della mostra.

BICI DAVVERO #3
DUE RUOTE PER ESSERE LIBERE - MOSTRE IN PILLOLE FmavInsideOut

Un breve viaggio alla scoperta di "Bici Davvero! Velocipedi, figurine e altre storie" con Francesca Fontana, curatrice della mostra.

Fin dagli esordi anche le donne si avvicinano alla bicicletta come nuovo mezzo di trasporto poiché viene realizzata una versione femminile che consente la guida con le gonne lunghe senza dover scoprire le caviglie. Quando comprare la Ariel di Starley con la grande ruota anteriore, il modello da donna viene realizzato con entrambi i pedali su un lato solo della ruota, ed è quindi necessario cavalcarlo all’amazzone.

Alla fine del XIX secolo l’uso della bici da parte delle donne viene costantemente scoraggiato sia dai moralisti, che lo ritengono poco decoroso, sia dai medici, secondo cui sconvolge il sistema nervoso, danneggia gli organi di riproduzione ed espone al rischio di cadute. Inoltre è opinione diffusa che una velocipedista perda quella grazia e quel fascino che si convengono a una signora. È evidente che il nuovo mezzo di trasporto viene visto come una minaccia al ruolo di madre, moglie e angelo del focolare che la donna incarna per tradizione.

Tra le donne che maggiormente hanno lasciato il segno nella storia della bicicletta si ricordano Alice Hawkins, storica suffragetta che promuove i diritti delle donne in sella a una due ruote indossando i pantaloni, Annie Londonderry, prima donna a compiere il giro del mondo su una bicicletta nel 1894, e Alfonsina Strada. Nel 1911 Alfonsina stabilisce il record mondiale di velocità femminile. Nel 1924 partecipa al giro d’Italia insieme a soli uomini compiendo una vera e propria impresa: aveva pedalato per tutti i 3613 km del giro e nella tappa Bologna-Fiume era rimasta in sella per quasi 21 ore.

 

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La rassegna, curata da Francesca Fontana e Marco Pastonesi, con il patrocinio della Federazione Ciclistica Italiana, è un atto d’amore verso questo rivoluzionario mezzo di trasporto, simbolo di libertà. “La libertà del pedalare – scrive Marco Pastonesi - correre, viaggiare, sconfinare, perfino sorpassarsi e superarsi, perché in sella non si è mai soli, c’è sempre qualcuno con cui confrontarsi e accompagnarsi, ed è se stessi. E poi anche la libertà di sognare, fantasticare, inventare”.

Un lungo viaggio di due secoli nella storia della bicicletta, raccontata attraverso 350 pezzi, tra album e figurine della Collezione Museo della Figurina. Tra le curiosità, una sezione che celebra Fausto Coppi, a cent’anni dalla nascita, e una serie di biciclette d’epoca, come la penny-farthing di fine Ottocento.

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