Daniel Spoerri. Eat Art in transformation

10.10.15 -
31.01.16

Dedicata all'opera dell'artista svizzero Daniel Spoerri (1930) in relazione alla corrente della Eat Art, da lui creata nel 1967, con la quale intendeva avviare una riflessione critica sui principi fondamentali della nutrizione, l'esposizione si collega strettamente al tema dell'EXPO Milano 2015. 

Curated by Susanne Bieri, Antonio d'Avossa, Nicoletta Ossanna Cavadini

Dedicata all'opera dell'artista svizzero Daniel Spoerri (1930) in relazione alla corrente della Eat Art, da lui creata nel 1967, con la quale intendeva avviare una riflessione critica sui principi fondamentali della nutrizione, l'esposizione si collega strettamente al tema dell'EXPO Milano 2015. 

Le opere esposte sono oltre 150 e vanno da un primo periodo di sperimentazione legato alla rivista "Material" (1955-1961), ai multipli cinetici, ai celebri tableaux-pièges, "quadri trappola" ottenuti da assemblaggi di oggetti di uso quotidiano incollati a supporti e ribaltati nell'orientamento  –  composizioni casuali di residui di cibo e stoviglie usate, intrappolati nella resina e disposti in verticale, come quadri, oggi in collezione al MoMA di New York e al Centre Pompidou di Parigi – fino alla scultura e alla ricerca in campo grafico, cui si aggiungono importanti documenti d'archivio.
La poetica di Spoerri, qui indagata attraverso un articolato percorso espositivo, consente una lettura a ritroso dell'epocale attrazione dell'uomo nei confronti del cibo
 
Nella sala grande di Palazzo Santa Margherita sono collocati i 21 tableaux-pièges che compongono l'intero ciclo intitolato "20 metri quadrati di utensili da cucina inutili" del Bistrot di Santa Marta (2013, Milano, collezione Fondazione Mudima) e una decina di altri tableaux-pièges, esito finale delle cene organizzate alla Fondazione Mudima di Milano nel 2014. Sempre in sala grande un tableau-piège della serie "Sevilla" proveniente dall'Austellunghaus Spoerri (Austria), e Otto incubi magri, sculture in bronzo del 2002 provenienti dallo stesso sito. A queste opere si aggiungono due video: "Daniel Spoerri dalla A alla Z" realizzato da Studio Azzurro e Fondazione Mudima nel 1991 e "Daniel Spoerri. Eat Art in transformation", prodotto da Ultrafragola Channel in occasione della prima tappa della mostra allestita al m.a.x. museo di Chiasso, Svizzera (dal 30 aprile al 30 agosto 2015).


Nelle sale superiori di Palazzo Santa Margherita il percorso è dedicato in particolare alla grafica, per la prima volta oggetto di studio in una sede museale, e presenta, fra gli altri fogli, i suoi elaborati, i manifesti, gli annunci, biblioteche di ricette, lettere e documenti testimoni dei rapporti di Spoerri con gli artisti contemporanei. In mostra diversi pezzi delle Edition MAT (Multiplication d'Art Transformable) serie di multipli editi da Spoerri realizzati in collaborazione con celebri artisti con i quali Spoerri collaborava alla fine degli anni Cinquanta, fra questi Marcel Duchamp, Man Ray, Josef Albers, Jean Tinguely, Enrico Baj, Christo, Dieter Roth.

La Palazzina dei Giardini ospita opere uniche realizzate in tema Eat Art, dai primi tableaux-pièges degli anni Sessanta fino ad arrivare all'ultima opera realizzata per Expo e di cui in mostra a Modena è esposto il prototipo Kleiner Tisch II.  La cupola ospita quattro sculture in bronzo. Fra queste L'Albero della civetta (2007) che racconta la vita di Spoerri e nelle sale attigue le opere provenienti dalle collezioni emiliane. 

Le opere provengono dalla collezione dell'artista, dalla Biblioteca nazionale svizzera di Berna che custodisce l'archivio di Spoerri e da importanti musei, gallerie e collezionisti europei.

"Analizzando un ambito territoriale molto circoscritto, come quello emiliano – scrive Serena Goldoni in catalogo – la varietà dei collezionisti e delle collezioni dell'opera di Daniel Spoerri è sorprendente e sorprendentemente ricca". Si possono citare i ricettari, "basti ricordare la Biblioteca di ricette (1987-89), edizione stampata dal rimpianto Francesco Conz – prosegue – oppure opere che per pura casualità diventano rappresentative di una volontà collezionistica come Collezioni di cucchiai e croci (1986) della raccolta di arte contemporanea religiosa di Carlo Cattelani, oggetti di cucina assemblati con croci e madonne, insieme a una luce blu che crea un'atmosfera mistica".
A questi si possono aggiungere i Brotteigobjekte (oggetti di pasta di pane, 1972), per tornare alla Eat Art, scarpe e scarpette malconce, ferri da stiro ricolmi di impasto per pane, lavori fatti cuocere al forno.

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