OLIVO BARBIERI. site specific_MODENA 08

17.05.09 -
12.07.09

Dopo aver realizzato progetti fotografici e film in tutto il mondo, dagli Stati Uniti all'Europa, dalla Giordania alla Cina, Olivo Barbieri dedica questa volta un progetto alla propria città. La mostra costituisce una nuova tappa del progetto site specific_, iniziato dall'autore nel 2004, un ciclo che ha coinvolto alcune tra le più grandi metropoli mondiali. L'esposizione presenta trenta dittici fotografici e due video realizzati per l'occasione.

Curated by Angela Vettese

Dopo aver realizzato progetti fotografici e film in tutto il mondo, dagli Stati Uniti all'Europa, dalla Giordania alla Cina, Olivo Barbieri dedica questa volta un progetto alla propria città. La mostra costituisce una nuova tappa del progetto site specific_, iniziato dall'autore nel 2004, un ciclo che ha coinvolto alcune tra le più grandi metropoli mondiali. L'esposizione presenta trenta dittici fotografici e due video realizzati per l'occasione.

Il progetto consiste in una serie di fotografie di grande formato riprese da un elicottero e di video in HD e film in 35 millimetri. Le immagini sono realizzate con la tecnica della messa a fuoco selettiva, caratteristica tipica della pratica dell'artista negli ultimi anni, che ci restituisce un'immagine totalmente inedita dei luoghi, percepiti come modellini in scala. La città viene presentata in una veste nuova, come un luogo dove il tessuto urbano originale, la sua struttura e il segno architettonico, assumono la forma di una installazione dalle forti componenti concettuali.

Scrive Olivo Barbieri: "Realizzai la mia prima fotografia aerea da bambino, la prima volta che volai con un piccolo aereo. Da allora però per molti anni pochi aerei e poche fotografie. La feci con una macchina fotografica biottica, e per arrivare al finestrino dovetti capovolgerla. Erano poche fotografie in bianco e nero, e ricordo ancora lo stupore del fotografo di quartiere che le sviluppò, quando vide l'immagine della piazza della nostra città. All'epoca era normale sorvolare centri storici a bassa quota, anche se credo che fosse proibito fotografare. Mai come negli ultimi venti anni ci si è preoccupati di raccontare le città, è un'ondata di idee e considerazioni che dall'Europa, dal Nord America, dal Giappone e ora da quasi tutto l'oriente, ci sommerge ossessivamente. Dall'11 settembre però sembra che quanto prima di allora espresso, abbia perso di incisività. Un velo indeciso si è messo fra i nostri pensieri e il mondo. Con il progetto site specific_, guardo oltre questo velo. Il mondo è come un'installazione temporanea, strutture e infrastrutture, parte fondante del nostro senso di appartenenza e di identità, viste da lontano, come un grande plastico in scala: la città come alias di se stessa".

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