l curatore della mostra, prof. Massimo Bignardi, dialogherà con uno dei principali conoscitori dell’opera di Luca Patella, nonché uno dei prestatori che ha contribuito alla mostra, Giuseppe Morra, fondatore della Fondazione Morra di Napoli. Insieme tracceranno un ritratto di uno degli artisti italiani più ironici e sperimentali che ha attraversato in maniera autonoma diverse correnti dell’arte dagli anni Sessanta ai giorni nostri, utilizzando molteplici media: la fotografia, il video, la performance, la scrittura e la scultura.
Massimo Bignardi (Salerno 1953) si è formato negli anni settanta all’Università degli Studi di Salerno con Enrico Crispolti. Già professore di ‘Storia dell’arte contemporanea’ e di ‘Arte ambientale e architettura del paesaggio’ presso l’Università degli Studi di Siena, dove ha diretto la Scuola di specializzazione in Beni storico-artistici, è direttore del Museo-FRaC Baronissi (Fondo Regionale d’Arte Contemporanea) e di “geaArt” periodico di cultura, arti visive, spettacolo e nuove tecnologie creative. Tra le sue recenti pubblicazioni: Praticare la città. Arte ambientale, prospettive della ricerca e metodologie di intervento (2013); Autoritratto urbano. I luoghi tra visione e progetto (2017); Picasso a Napoli. Una “Montmartre arabe” (2017); Siena laboratorio del contemporaneo (2018); Terrazze al sole. Il paesaggio e la vita italiana nella pittura dei viaggiatori del XX secolo (2019); La città di Atlantide. Arte ambientale tra processi di democratizzazione e ornamento urbano (2021).
Giuseppe Morra (Napoli, 1946) è un collezionista d’arte, mecenate, gallerista ed editore italiano, fondatore e direttore della Fondazione Morra di Napoli. Formatosi presso il cenacolo di Evarista De Luca, già molto giovane, Giuseppe Morra si avvicina alle letture di Marx, Engels e Bakunin. Lo studio di Max Stirner e dell’opera L’Unico e la sua proprietà, in un secondo momento, lo indirizza verso un approccio alla vita di tipo anarchico-individualista, in cui si mantiene viva l’attenzione al sociale. Nel 1968 fonda a Napoli lo spazio Centro d’Arte Europa nel quartiere del Vomero, un luogo di ricerca dove l’interesse è rivolto soprattutto a far emergere alcuni giovani talenti campani, come Luigi Mainolfi, Giuseppe Maraniello, Errico Ruotolo. Nel 1974 apre lo Studio Morra, nella prestigiosa sede di Via Calabritto con l’intento di creare un laboratorio di arte e di vita. Fin dagli esordi, infatti, lo spazio è un punto di riferimento per la documentazione, promozione e sperimentazione di nuovi linguaggi delle arti visive del Novecento, ma anche della poesia, del teatro, della musica e dell’editoria d’arte.Contestualmente all’attività espositiva dello Studio Morra, infatti, nascono le prime pubblicazioni sotto il nome di Edizioni Morra, come “Amorphophallus Titanum” di Günter Brus (1978) o “Comizio millenovecentocinquanta3” di Emilio Villa (1978).