Oggi considerata per lo più per la sua valenza ecologica, la bicicletta è stata anche un’importante strumento di libertà ed emancipazione, soprattutto femminile. Grazie alle due ruote, le donne diventarono a poco a poco più indipendenti, potendo raggiungere in autonomia mete che prima sembravano inarrivabili, mentre il loro abbigliamento si modificava per diventare sempre più pratico e funzionale.
L’incontro con Francesca Fontana, curatrice della mostra, ripercorre le tappe dello stretto rapporto che, da fine Ottocento ai giorni nostri, lega la donna alla bicicletta, raccontando le vicende di alcune celebri donne-cicliste. Come Alice Hawkins, storica suffragetta che promosse i diritti delle donne indossando i pantaloni mentre inforcava una bicicletta, oppure Annie Londonderry, prima a compiere il giro del mondo su una bici nel 1894, o ancora Alfonsina Strada, nata a Castelfranco Emilia, che nel 1911 stabilì il record mondiale di velocità femminile, gareggiando a due Giri di Lombardia e, nel 1924, al Giro d’Italia. Per rendersi conto di come la bici sia da sempre considerata strumento di libertà e indipendenza, basti pensare che ancora oggi alcuni Paesi ne vietano l’utilizzo alle donne, impossibilitate così ad acquisire autonomia e a riappropriarsi del proprio corpo e dei propri spazi.