La fase di trasformazione che il pianeta e i suoi abitanti stanno attraversando nel presente momento storico viene presa in esame da Claudia Fuggetti nel suo ultimo lavoro Metamorphosis.
Il progetto si configura come un invito a mettere in discussione la nostra percezione della natura, riconsiderandola in quanto sistema di fenomeni complessi, vivi e respiranti, ognuno dei quali inevitabilmente connesso all'altro. Un auspicio per un cambiamento di paradigma, per una decostruzione del pensiero antropocentrico. Il mondo che osserviamo nelle immagini dell'artista è apparentemente – e volontariamente – alieno, un territorio a prima vista futuristico e distopico; la presenza umana è percepita ma quasi irreale, sospesa, in attesa di stabilire una nuova connessione con l'ambiente. Gli interventi cromatici simboleggiano il potere di una natura viva e pulsante, pur manifestandosi come evidentemente artificiali, in riferimento all'intervento umano che ha oramai alterato gli equilibri del pianeta.
La modalità creativa dell'artista, che cattura un'immagine reale per poi postprodurla digitalmente, aderisce concettualmente a ciò che il lavoro intende mostrare: la realtà che vediamo non è univoca, anzi è molteplice e frammentata, straniante seppur familiare. Metamorphosis ci ricorda come, nel pieno delle complessità dell'Antropocene, la natura dimostri un'innata capacità di adattamento, invitando altresì a un cambiamento nel nostro modo di essere nel mondo
Immagine
Claudia Fuggetti, A new era, dalla serie Metamorphosis, 2024, courtesy l'artista