MARTINA DINATO. Realtà incerta

28.03.09 -
26.04.09

AREA PROGETTO

L’artista intende riflettere sul concetto di spazio, tempo e identità in relazione alla fotografia e alla sua rappresentazione del reale. Con l’avvento del digitale e della conseguente velocizzazione dei sistemi comunicativi, tutto è diventato onnipresente, visibile e sempre disponibile: questa facilità a raggiungere, seppur virtualmente, qualsiasi cosa, ha messo in crisi l’identità stessa dell’immagine.

A cura di Ornella Corradini, Silvia Ferrari e Serena Goldoni

L’artista intende riflettere sul concetto di spazio, tempo e identità in relazione alla fotografia e alla sua rappresentazione del reale. Con l’avvento del digitale e della conseguente velocizzazione dei sistemi comunicativi, tutto è diventato onnipresente, visibile e sempre disponibile: questa facilità a raggiungere, seppur virtualmente, qualsiasi cosa, ha messo in crisi l’identità stessa dell’immagine.

Con l'installazione dal titolo Realtà Incerta, Martina Dinato porta la rappresentazione del luogo, in questo caso gli spazi di Area Progetto, nella realtà del luogo stesso. L'artista interviene nella zona del primo piano di Palazzo Santa Margherita che collega le sale espositive della Galleria Civica di Modena. Lungo il corridoio colloca tre stampe di grande formato, ricavate dalle immagini in digitale degli spazi, ricevute come files di documentazione dei luoghi su cui poter intervenire. La collocazione e la resa prospettica delle fotografie è la stessa di quelle originali, ma l'eccessivo ingrandimento, mette in crisi la percezione della loro verosimiglianza, facendole apparire senza consistenza. L'artista intende riflettere sul concetto di spazio, tempo e identità in relazione alla fotografia e alla sua rappresentazione del reale. Con l'avvento del digitale e della conseguente velocizzazione dei sistemi comunicativi, tutto è diventato onnipresente, visibile e sempre disponibile: questa facilità a raggiungere, seppur virtualmente, qualsiasi cosa, ha messo in crisi l'identità stessa dell'immagine. E' scomparso il negativo della fotografia, pura materia e traccia tangibile dell'azione compiuta, ed è stato sostituito da numeri virtuali, pixel inconsistenti che hanno messo in discussione le tradizionali modalità di comunicazione, modificando inevitabilmente il naturale processo di formazione della coscienza storica.

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