«Il mio lavoro nasce all’interno del cinema - spiega Toccafondo - non ho quasi mai disegnato su carta bianca, parto sempre da un’immagine, spezzoni di film o scene girate da me con l’aiuto di operatori; faccio migliaia di fotografie, stampo su carta o su fotocopie, ci dipingo sopra con colori acrilici, matite o altro e modifico continuamente l’immagine fino a cambiare quasi completamente quella originaria; filmo i disegni con una verticale tradizionale in pellicola 35 mm e vedo il risultato in proiezione. Il risultato finale è un film d’animazione che conserva un movimento reale».
Il percorso di mostra, attraverso un flusso continuo di sequenze che partono dalle prime sperimentazioni fino agli ultimi disegni pensati per il Teatro dell’Opera di Roma e per il Bologna Jazz Festival, presenta diverse serie di disegni, la maggior parte dei quali utilizzati per la realizzazione di sequenze animate, cortometraggi, sigle per la televisione e il cinema, pubblicità e video-clip.
I personaggi nei disegni di Toccafondo sono mutevoli, subiscono continue trasformazioni e deformazioni, immergendosi fino a scomparire nei colori della scena per poi riapparire con sembianze sempre diverse. A partire da La Coda (1989), primo film d'animazione realizzato con Mixfilm, le innumerevoli carte passano per Pinocchio (1999), la storia del famoso burattino realizzata per il canale televisivo Arte France, La piccola russia (2004) cortometraggio premiato ai festival di Ottawa, Ljubljana,Tallin e Torino e Briganti senza leggenda (2013), i disegni per le celeberrime pubblicità commissionate da Sambuca Molinari (1995) e Levi's jeans (1993) si alternano alle serie frutto della collaborazione tra Toccafondo e la casa di produzione cinematografica e casa editrice Fandango, per la quale ha realizzato le copertine dei libri per un decennio. In mostra anche i bozzetti per le sigle della 56ma Mostra d'Arte cinematografica della Biennale di Venezia e per il film Robin Hood di Ridley Scott (2010). A completamento del percorso ogni sala è accompagnata da filmati e animazioni.
Nella cupola della palazzina è inoltre presentata una nuova opera, la sequenza di disegni realizzati per illustrare il racconto inedito di Ugo Cornia dal titolo Favola del gattino che voleva diventare il gatto con gli stivali, che è oggetto di un libro d’artista pubblicato in occasione della mostra. Solo l’ultimo capitolo di una serie di lavori dedicati all’illustrazione di testi letterari, come nel caso delle invettive di Antonio Delfini, dell'Orlando Furioso e del mondo favolistico de Lo cunto de li cunti dello scrittore napoletano Gianbattista Basile.