Kenro Izu - Un messaggio dal passato al presente

Kenro Izu - Un messaggio dal passato al presente

Mostre in pillole - Fmav InsideOut

Kenro Izu #3 Un messaggio dal passato al presente - Viaggio alla scoperta di "Kenro Izu. Requiem for Pompei" con Daniele de Luigi, curatore della mostra.

KENRO IZU #3
UN MESSAGGIO DAL PASSATO AL PRESENTE - MOSTRE IN PILLOLE FmavInsideOut

Un breve viaggio alla scoperta di Kenro Izu. Requiem for Pompei con Daniele de Luigi, curatore della mostra.

Tutte le fotografie di Kenro Izu sono un memento mori, un invito a riflettere sul nostro passaggio su questa terra e in questa vita. Gli scatti realizzati a Pompei non fanno eccezione in questo senso e ci mettono di fronte a questo tema invitandoci a riflettere. 

Kenro Izu è nato in Giappone nel 1949, all’indomani delle esplosioni atomiche di Hiroshima e Nagasaki e questa è un'eredità che il fotografo sente molto e che si riflette nel suo lavoro. Ovviamente esistono delle differenze tra le tante grandi catastrofi nei secoli nella storia dell’uomo: abbiamo assistito a catastrofi come quella dell’esplosione vulcanica di Pompei, non prevedibili e per le quali l’uomo si è mostrato completamente indifeso. Esistono invece altre catastrofi, causate dall’uomo, dalla sua ingordigia e violenza, e Kenro Izu, attraverso un lavoro ad ampio respiro e contemplativo, ci invita il più possibile a fare la nostra parte per evitare che tutte le tragedie evitabili accadano.

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La mostra, curata da Daniele de Luigi e Chiara Dall'Olio, è co-promossa dal Parco archeologico di Pompei che, per l’occasione, ha prestato alcune riproduzioni dei celebri calchi in gesso delle vittime dell’eruzione.

Il progetto Requiem for Pompei, iniziato nel 2015 in collaborazione con Fondazione Fotografia Modena, è dedicato alla città campana distrutta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. e sepolta sotto la cenere e i lapilli. L’esposizione propone una selezione di 55 immagini inedite, donate da Kenro Izu alla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, scattate tra le rovine di Pompei, dove l'artista ha collocato, con un poetico gesto di pietà, le copie dei calchi originali dei corpi che spiccano come bianche sagome umane.

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