La mostra, curata da Christine Frisinghelli, ha proposto il lavoro di Zemoz che, tra documentazione, produzione artistica e ricerca scientifica di matrice antropologica, restituisce uno spaccato dell’identità del territorio d’origine del fotografo. Partendo dalla constatazione che non è possibile fotografare il vuoto, l’artista ha cercato di evocarlo attraverso una narrazione che unisce fotografie di paesaggio a fotografie di famiglia, evidenziando la relazione inscindibile tra luoghi e persone che caratterizza i territori alpini della regione