In occasione della XIX Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI, che in questa edizione ha come filo conduttore il tema dell’ecologia, connesso a quello della sostenibilità, il pubblico di tutte le età è invitato a prendere parte alla grande opera collettiva che sarà realizzata nel Chiostro di Palazzo Santa Margherita dall’artista modenese Alice Padovani.
Guidati dall’artista, i partecipanti saranno invitati ad attraversare con lo sguardo gli strati di terra e ad esplorare la profondità e la nostra matrice, ciò che sta sotto la superficie. Così come le radici di una pianta sono la sua parte più nascosta e misteriosa ma anche quella più vera e vitale, legata al linguaggio e alla comunicazione con le altre piante, l’artista invita il pubblicoa contribuire alla realizzazione di un lunghissimo disegnovolto a ricostruire un grande apparato radicale collettivo, un organo comunitario invisibile ma essenziale per la nostra sopravvivenza.
Alice Padovani (Modena, 1979) è artista visiva e performer. Attraversando differenti tecniche, materiali e linguaggi espressivi, la sua ricerca trae origine dagli archetipi di meraviglia e repulsione. Con uno spirito classificatorio simile a quello neosettecentesco, essa unisce alla spontaneità dell’impulso creativo, il rigore del metodo scientifico. Passando attraverso installazioni e assemblaggi, performance e disegni, nelle sue opere propone frammenti di una natura decontestualizzata e crea collezioni che sono, al contempo, cumuli e tracce, dove la memoria naturale e quella personale si fondono. Laureata in Filosofia e in Arti Visive, dalla metà degli anni ‘90 al 2012 si forma e lavora come attrice e regista nell’ambito del teatro contemporaneo. Parallelamente, preferendo l'utilizzo del disegno, dell'installazione e della performance, sviluppa il proprio percorso di artista visiva che la porta a esporre in mostre personali, collettive e fiere d’arte a carattere nazionale e internazionale. I suoi lavori fanno parte di importanti collezioni in Italia e all'estero.
Immagine
Alice Padovani, Apparato radicale, 2021, courtesy l’artista